I protagonisti di questo video cantano, raccontano, ballano perfino. Quello che non ci si aspetterebbe da malati di Alzheimer. Ma è proprio un gruppo di pazienti affetti dalla terribile sindrome al centro del cortometraggio, realizzato dal Laboratorio Multimediale dell’Università di Firenze con la regia di Gabriele Cecconi, da un progetto del prof. Giulio Masotti.
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Domani è un altro giorno
Il film rievoca gli avvenimenti economici e politici più importanti accaduti a Prato tra il 1945 e il 1956, inserendoli però nel contesto generale della storia italiana
Non desiderare la roba d’altri
Sera del 31 dicembre. Franco sta ultimando un articolo per il suo giornale, il tempo passa e squilla
il telefono. È Manuela, la sua ragazza, che lo rimprovera per il ritardo. La discussione degenera in litigio, Manuela si rifiuta di andare al cenone, Franco decide di andarci da solo.
Ricordati di santificare le feste
Centro Commerciale di Prato, mattina del 24 dicembre. Decine di persone vanno e vengono, con carrelli e sacchetti della spesa. All’interno si sta consumando il grande rito dello shopping natalizio. Beatrice e Mirco mettono nel carrello pandori e panettoni per la festa di quella sera.
Non rubare
Il cortometraggio racconta la giornata di un anziano, rimasto vedovo da poco, che ruba al supermercato un etto di mortadella. Ispirato a molti fatti di cronaca realmente accaduti in Italia negli ultimi anni.[
Non uccidere
Il cortometraggio, che si ispira ad alcuni fatti realmente accaduti negli ultimi anni in Italia, inizia con Italo, un anziano avvocato che, come tutte le mattine da undici anni, entra in una residenza sanitaria con una rosa rossa per la moglie in coma irreversibile.
Io sono il Signore Dio Tuo
Mentre si reca in clinica a trovare la figlia di sette anni operata al cervello, un professore incrocia un anziano (il protagonista del quinto comandamento) che si avvia lentamente, con una rosa rossa in mano, verso la stessa clinica.
Il Seminarista
Italia, 1959. Guido, un bambino di dieci anni, varca il cancello di un Seminario, affascinato dal sogno di diventare sacerdote.
Ben presto prende consapevolezza che essere un bravo seminarista significa piegarsi ad una educazione innaturale, ispirata a un modello ascetico di disprezzo del corpo, all’ossessione del peccato, alla repressione sessuofobica degli istinti e dei sentimenti